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EAS: partire dal basso

energia

Oggi in molti cercano di far passare, più a titolo pubblicitario che divulgativo, la parola free-energy come energia gratuita, più raramente energia a basso costo.
Purtroppo però, tutto quanto viene scritto, è totalmente falso perché il termine free-energy sta ad indicare essenzialmente una energia libera, sostenibile ed inesauribile.

Oggi, forse per via della crisi economica o per totale buona fede, si sta tentando di far credere che è possibile ottenere energia gratuita e molti sono gli esperimenti che vengono pubblicati sulle varie fonti di informazione che tendono a dimostrare questa eresia.

In verità ci sarebbero direzioni principali per tentare di raggiungere il traguardo della free energy, ma il problema è che queste tecnologie non sono scritte nei libri di scuola e sono altrettanto lontane dalle ricerche attuali sviluppate nel mondo accademico.

Si sono create anche molte fondazioni che hanno il solo scopo di suscitare maggiore attenzione ed interesse da parte dei ricercatori, dei popoli e della stessa politica verso il raggiungimento e l’applicazione dell’energia sostenibile ed inesauribile al posto di quella fossile al fine del miglioramento della salute del pianeta e di noi stessi; tutto nel disperato tentativo che qualcuno riuscisse a portare alla luce un metodo efficace per arrivare a questa meta tanto ambita per l’umanità (ed altrettanto scongiurata dai petrolieri).

Sono ormai da oltre 25 anni che si ricerca in questa direzione, forse a partire dagli albori della fusione fredda di Fleischmann e Pons, ma tali ricerche appartengono ad un mondo completamente al di fuori delle nostre cognizioni scentifiche ed i nostri accademici, per quanto possano impegnarsi, sono sostanzialmente tagliati fuori da ricerche a cui nemmeno la fisica ufficiale sa ufficialmente dare delle risposte.

Già verso la fine della seconda guerra mondiale, dopo lo scoppio della bomba atomica, ci si accorse di quanto pericolosa poteva essere il controllo dell’atomo e della fisica nucleare e si andarono a separare gli sviluppatori bellici da quelli accademici in modo da dividere i due mondi di una stessa fisica, l’una di avanguardia e l’altra tradizionale.

Lo scopo era di evitare che si potessero creare o inventare tecnologie pericolose per la pace ormai raggiunta ed evitare di ricercare su alcune tecnologie potenzialmente dannose per la nuova stabilità economica e per l’intera umanità.
L’economia mondiale si doveva quindi sviluppare tramite ricerche ed invenzioni assolutamente pacifiche ed i finanziamenti agli accademici si sarebbero attivati solo per seguire determinate ricerche o studiare leggi fisice sicure sulle quali evolvere per migliorare la vita globale e non per distruggerla.

scorieQuesto metodo limitativo di ricerca, ha anche portato al completo isolamento degli accademici di avanguardia ed alla limitazione quasi totale delle fonti di conoscenza e di informazioni già scoperte negli anni precedenti (intorno al 1930 per capirci, ai tempi di Fermi e dei ragazzi di via Palisperna).
In un certo senso, visti i potenziali pericoli per l’umanità ed essendo molto difficile poi controllarne gli sviluppi, le ricerche sull’atomo e sugli sviluppi energetici futuri sono stati totalmente cancellati e comunque celati ai più, ci siamo lasciati però il peggio di tale tecnologia, cioè la fissione nucleare per le armi atomiche e per le centrali (una bella consolazione!).

Oggi si stima, che le menti realmente in grado di sviluppare tecnologie definibili come free-energy siano circa una ventina in tutto il globo (cioè già in possesso di progetto che ne permette lo sviluppo) e che il modo migliore per evitare che si sviluppino è semplicemente non finanziarle.

Il mondo è cosi andato avanti con promesse e corruzioni facendo credere che il sistema energetico fosse illimitato e che qualcuno comunque avrebbe sviluppato, in futuro, nuovi sistemi energetici; ma il futuro energetico, di fatto, è sull’atomo e per uno sviluppo energetico sostenibile, se ne richiede il suo controllo pulito.

Purtroppo sappiamo invece che chi controlla l’energia controlla il mondo e di conseguenza tali sviluppi non verranno mai fatti se non dai soliti noti o da chi già controlla l’energia mondiale.

Prendiamo ad esempio il fotovoltaico che nasce intorno agli anni 40, dalla fine degli anni 50 il fotovoltaico forniva già elettricità ai satelliti americani e sovietici, ma di fatto viene preso in considerazione solo dopo la crisi petrolifera del 1973 e comunque solo quando si era sicuri che tale tecnologia non poteva nuocere alle multinazionali del petrolio. Saranno le stesse che, tramite le loro banche, ne incentivano lo sviluppo come energie sostenibili del futuro.

Già all’epoca di Nikola Tesla i finanziamenti erano gestiti dalle banche e le banche a loro volta, erano comandate dai petrolieri. C’era solo una differenza: all’epoca quasi tutti i paesi erano in combutta con i vicini e la ricerca serviva solo per avere  maggior potere sulle altre nazioni. Oggi, che siamo un mercato globale, sono le multinazionali che gestiscono a livello modiale i loro interessi e controllano totalmente anche i mercati dell’energia.
Un progetto che si evolve in più fasi e senza finanziamenti pubblici: il progetto EAS

A seguito di quanto detto, il nostro progetto parte dal basso e non va a ricercare fondi pubblici per ricevere poi una certa negazione a procedere.
Per ovviare a ciò si è istaurato un team, con a capo una serie di strateghi del marketing, i quali hanno escogitato una soluzione semplice quanto efficace.

In un primo momento si sono messi in contatto con più ricercatori e ne hanno acquisito varie informazioni, le hanno verificate e, successivamente, una volta appurato la fondatezza delle loro teorie, le hanno collegate tra loro ed accomunando gli studi di ogni ricercatore, tutto questo lavoro ha portato alla conferma che queste persone hanno effettivamente la possibilità di sviluppare una tal tecnologia.

Ora rimane il problema di finanziarla.

Il passo successivo consiste nel ridurre tale tecnologia in più semplici applicazioni sfruttabili commercialmente in modo da poter attingere, fin da subito, a dei fondi importanti che, pur essendo limitati, si potranno gestire per raggiungere quel trampolino di lancio che servirà per sviluppare l’intero progetto.

 

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