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Sterilizzare col Triossil

Tecnologie innovative EAS a supporto delle nuove insidie del mondo globale nel terzo millennio.

Come combattere nel terzo millennio e nel mondo globale le possibili pandemie:

Oggi, che ci troviamo a combattere una nuova pandemia, ci accorgiamo di quanto sia importante la sicurezza sanitaria degli ambienti.

Sono importanti la prevenzione e la decontaminazione ambientale per evitare il contagio a valanga.

Esistono da tempo nuove tecnologie ancora non prese troppo in considerazione, perché fino ad ora non vi era una reale necessità (in fondo la chimica tradizionale e la farmacologia risolvevano sufficientemente tali problematiche).
Oggi che si aprono nuove necessità, queste nuove tecnologie possono essere sviluppate più a fondo e messe in pratica.

Il processo EAS, nelle sue varie applicazioni, oltre a produrre acque organizzate, permette di convertire acqua pura in liquidi tecnici; tramite appositi impianti, si possono altresì produrre sostanze anti-patogene dalla stessa acqua organizzata, totalmente esente da residui tossici.

Speciali sistemi di prevenzione possono essere adottati in molte varianti e tipologie:

Si possono realizzare impianti di sterilizzazione fissi, pratici ed efficienti in edifici specializzati per un uso immediato (attivabile con un semplice bottone) ma che allo stesso tempo non rilascino residui tossici negli ambienti trattati.
Si otterrebbero così ambienti sterili e sicuri in ospedali, locali pubblici, mezzi pubblici, siti di produzione, apparati di produzione, aereoporti, depositi alimentari, ecc..

Sappiamo che esistono altri modi per sterilizzare ambienti senza ricorrere a prodotti chimici, per esempio l’utilizzo di Ozono, di ionizzatori o Ultravioletti UV-C. Questi da una parte sono molto efficaci ma sono anche ricchi di controindicazioni nell’uso.
Per gli ultravioletti UV-C, benché siano una valida soluzione in determinati campi, lo sono di meno in ambienti troppo vasti. Oltre alla necessità di potenze di emissione molto significative, non si garantisce la sterilizzazione laddove non arrivi l’illuminazione UV (zone oscurate o in ombra dalle emissioni); d’altra parte rimane il problema di ordine pratico per i pericoli di esposizione sulla pelle e sugli occhi di chi effettua il trattamento.

Per l’uso di Ozono, essendo questo un gas molto ossidante e aggressivo, è richiesta anche la sigillatura ermetica dell’ambiente da trattare oltre al cambio d’aria prima di risiedervi.

Ecco perché l’utilizzo del Triossil è la scelta più appropriata, infatti è un vapore acqueo che può essere generato puro o miscelato in varie densità e particolati che permette la sterilizzazione a bassissimo impatto. Permette la saturazione di un ambiente sotto forma di nebbia che, entro pochi minuti decade in forma acquosa.

Produrre impianti in grado di trasformare dell’acqua in Triossil sarebbe economicamente vantaggioso e renderebbe istantanea la produzione e l’avvio della sterilizzazione laddove se ne presenti la necessità.

Sperimentazioni future

– Sarà possibile, con le dovute sperimentazioni di rito degli enti istituzionali competenti, realizzare un apposito macchinario a processo EAS per la disinfezione delle vie respiratorie (tramite inalazione diretta), sia come terapia preventiva che curativa.

– Con le dosi opportune c’è anche la possibilità di trattare alla fonte le acque potabili dell’acquedotto tali da renderle sterilizzanti o esenti da patogeni, usabili quindi per la sterilizzazione di scarichi igienici (come il WC), di stoviglie e tessuti (come lavastoviglie e lavatrici) anche a bassa temperatura.
Oltre alla possibilità di ottenere acque curative nell’ottica di applicare apparecchiature compatte, anche a livello casalingo, per la fornitura di acque potabili, docce e bagni disinfettanti e curativi.
Tale opzione permetterebbe una riduzione sostanziale di detersivi e detergenti a sostegno dell’ecosistema.

 

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